Un‘esperienza condivisa
Diario di viaggio
Quasi tutte le volte che faccio un viaggio, che mi allontano dal mio studio per più di tre giorni, proseguo il diario altrove. E' come se non si potesse interrompere per un periodo troppo lungo l'esigenza biologica di lasciare un colore, una traccia della propria esistenza. I diari di viaggio cominciano e si concludono tutte le volte che lascio Venezia. Hanno la durata temporale del viaggio e quindi non necessariamente si riempiono totalmente. Coprono il tempo che altrimenti rimarrebbe scoperto quando non sono qui, nel mio spazio.
In prossimità
Si parte dal proprio respiro. Si crea un nucleo, un grumo concentrato. Si sta lì attorno. Si comincia da ciò che si conosce e poi lentamente ci sia allontana e si prova ad allargare il cammino nel piacere di perdersi. Un punto che piano piano si allarga, si espande e mi allontana per andare a toccare altri e altre. Rimango sempre in prossimità. Rimango sempre lì attorno. E’ rimanendo sempre in prossimità del nucleo che trovo il modo di incontrare l’altro. Ogni tanto interrompo: una passeggiata, una conversazione, poi ritorno e lascio un’altra traccia, un altro colore. Rimango accanto, concentrata, vicina, vicina alla cosa, vicina agli altri.
L’Amicizia
“Ed è per questo che il pensiero, la pratica di pensiero, ad avviso di Bataille può essere soltanto una pratica dell’amicizia, intesa come un sottrarsi e un esporsi ai propri limiti per aprirsi all’altro”. *
* Federico Ferrari, “L’amicizia, il silenzio e la parola”, introduzione al libro, George Bataille, “L’amicizia”, SE, Milano, 1999