title
"One layer on another, until almost everything is covered". The infinite paintings of Maria Morganti
Description
Research presented on the occasion of the international conference Astratte. New studies on women's abstraction between Avant-Garde and Neo-Avantgarde in Italy curated by elena Di Raddo e Bianca Trevisan of Center for Research on Abstract Art in Italy (CRA.IT) with speeches by Ginevra Addis, Manuel Barrese, Carlo Caccamo, Irene Caravita, Cristina Casero, Irene Cimò, Lara Conte, Angelo Di Modica, Ana Eres, Barbara Garatti, Giorgia Gastaldon, Elisa Genovesi, Laura Iamurri, Jennifer Johnson, Rita Ladogana, Anna Mazzanti, Kevin McManus, Sara Molho, Maria Vittoria Mondini, Ayelen Pagnanelli, Raffaella Perna, Lucia Pesapane, Giuseppina Petruzzelli, Eva Rem Hansen, Elena Scuri, Carla Subrizi, Michela Valotti and Saskia Verlaan.
Content
"Il titolo che ho dato al mio intervento deriva da una citazione di Maria Morganti. Mi interessa in questa occasione approfondire questo aspetto dei quadri infiniti: la stratificazione. Anche se il risultato è un apparente monocromo, quindi ciò che risulterebbe una forma di astrazione estrema, andremo invece a configurare questo aspetto nella complessità del processo che porta Morganti a lavorare attraverso procedimenti che mettono in gioco gli strumenti stessi della pittura: i materiali, le tecniche, l'immagine e soprattutto il corpo. Vedremo che lo spazio acquisisce caratteri particolari, perché con Maria Morganti lo spazio non è da occupare ma è l'habitat in cui capiamo di essere presenti nel mondo.
Siamo nello spazio con il corpo, misura sensibile e fisica, mentale. C°è tuttavia anche un altro aspetto importante: il ruolo del tempo e di forme diverse di temporalità nel processo che Morganti mette in atto. L'idea particolare di tempo che emerge da queste opere, o piuttosto che prende forma con queste opere è quella della temporalità come una sorta di agency del processo creativo. Piuttosto che di una riflessione sullo spazio cioè sulla superficie del quadro come sfondo che attende di essere segnato da qualcosa, la superficie per Morganti si trasforma nella componente attiva di un processo che agisce e reagisce, ascolta e risponde. Insomma, il quadro diventa una specie di testimonianza di un processo che ha a che fare con forme di temporalità discontinue, ibride, nelle quali l'intimità si accorda con il gesto pittorico di una donna che trasforma la stessa idea di superficie senza narrazione dello spazio del quadro infinito." Carla Subrizi