Il "Quadro infinito" che dipingo ininterrottamente dal 2006 ha cominciato a stratificarsi appeso su una parete in un angolo buio dello studio. Dopo alcuni anni quando la tela ha cominciato ad allargarsi, ad ispessirsi, ad avere un certo peso, è stato necessario spostarlo per poterci continuare a lavorare, per conservarlo e per eventualmente portarlo fuori dallo studio. È stato così collocato all'interno di un contenitore che funge da parete, da protezione e scatola da trasporto. Il tutto retto da un cavalletto su ruote.
Nel 2021 dopo l’acqua alta del 2019 l’oggetto è stato, attraverso una pedana-carrello, rialzato di 40 cm.
Ora quando è scostato dal “Luogogesto” diventa molto più alto di me, l’unico modo per farlo tornare ad essere a misura, all’altezza cioè che mi permette di compiere il gesto pittorico è solo quando viene accostato alla “Pedana”.
(Scritto nel 2016. Modificato nel 2021)