Dall'incontro con Fiorenzo Fallani nascono i miei lavori con la serigrafia. Senza avere un contatto diretto con la materia, è come se Fiorenzo diventasse la mia mano, il tramite con cui far venire fuori il colore. Fianco a fianco non toccavo mai gli inchiostri colorati, ma dirigevo, indicando o accompagnandolo con le parole nel tirare fuori un certo colore.

Ho trattato la serigrafia come la pittura. Tutti i miei lavori serigrafici sono pezzi unici e non riproducibili. Il mio modo di dipingere coincide con questa tecnica. Due modi di procedere che combaciano. Stratificazioni di colore. Un colore sopra un altro colore, sopra un altro colore e così via. Le cosiddette progressive che servono al serigrafista ad arrivare alla costruzione finale dell'immagine sono entrate integralmente dentro al mio lavoro. Le progressive mostrano passo dopo passo il percorso di un processo.

Si parte da un colore al quale se ne sovrappone un altro. Questa successione viene ripetuta tante volte con colori diversi arrivando anche a superare i numeri consentiti dalla tecnica stessa. Porto ad estreme conseguenze la tecnica provocando in alcuni casi addirittura un cracklé. Tutto questo andamento è come se fosse una camminata costituita da tante tracce in cui ogni passo è già un tutto, ogni colore in sé è già un tutto e ogni singolo passo si aggiunge al resto sovrapponendosi.

Tradotta in numeri:

1=1, 0+1=1, 1=1, 1+1=2, 1=1, 1+2=3, 1=1, 1+3=4, 1=1, 1+4=5, 1=1, 1+5=6, 1=1, 1+6=7, e così via

Tradotta in metrica:

A, A, B, (A+B), C, (A+B+C), D, (A+B+C+D), E, (A+B+C+D+E), F, (A+B+C+D+E+F), G, (A+B+C+D+E+F+G), e così via.

(Scritto nel 2013)