(A un certo momento il musicista ha detto: “Rosso-caproni”!) (Ha notato che a me piace molto il rosso. A lui, dice, l’azzurro).
25 ottobre 1948, lunedì Giorgio Caproni
All'inizio c'è sempre il rosso. Poi si comincia un percorso. Un colore dirige verso un altro colore. Un colore porta ad un altro colore e così via. Ci si allontana, passo dopo passo, come in una camminata. Poi ad un certo punto del tragitto mi giro all'indietro, comincio a dirigere la tavolozza e lentamente ritorno verso il tono dell'inizio. Continuo con un viaggio a ritroso. Ritorno al rosso, torno al punto iniziale. Andare e ritornare.
Un giorno mio figlio mentre studiava filosofia mi ha detto: “Mamma, quello che fai è un’anafora”.
Ogni quadro è come fosse il verso di un’unica, lunga poesia che si tesse, accostando un quadro dopo l’altro, nell’arco di una vita intera.
“Anafora”, da enciclopedia Treccani: “Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente: <<Per me si va nella città dolente, / Per me si va nell’eterno dolore, / Per me si va tra la perduta gente>> (Dante)
(Scritto nel 2015. Modificato nel 2024)