PINACOTECA FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, 2 agosto 2006
Cara Chiara,
ecco come si sta formando nella mia mente il progetto per la Querini.
Cinque sovrapporta a partire dalla Stanza del Jappelli fino a quella di Palma il Vecchio. Le misure delle tele saranno come quelli dei quadri esistenti che verranno sostituiti momentaneamente dai miei per il periodo della mostra.
Vedrei i cinque quadri appesi tutti dallo stesso lato perchè in questo modo si crea unitarietà tra le parti. C'è un punto di vista molto interessante se dall'ultima stanza ci si abbassa un poco e si guarda verso la prima, permette di vedere tutti i cinque punti insieme. E' interessante perchè la linea è morbida, serpentina e non si sovrappongono l'un con l'altro.
L'idea è quella di relazionarsi con i colori della pittura della collezione della Querini. Non con l'architettura, con le decorazioni, con l'arredamento, con ciò che si vede fuori dalle finestre, ma proprio con la pittura dei quadri di ogni singola stanza.
Lavorerò ad un solo quadro alla volta. Ogni giorno o comunque con ritmo regolare andrò al Museo e soffermandomi per un certo tempo in una delle stanze porterò con me un colore nel mio studio. Non cercando di riprodurlo, ma filtrandolo attraverso la mia mente, la mia memoria. Rinnovandolo attraverso la mia esperienza.
E così comincerò a stratificare come il mio solito, con il mio gesto. Probabilmente ne verranno fuori una ventina di strati per ogni quadro.
Terrò contemporaneamente una sorta di diario scritto in cui annoterò i punti e i quadri da cui prenderò i colori.
Come se la stanza sulla quale mi concentrerò, diventerà una grande tavolozza. Sarà strano, perchè è la prima volta che attingo a qualche cosa fuori di me. Vedremo cosa ne salterà fuori.
Credo che potrà essere un passaggio interessante per il mio percorso e ti sono grata di avermi dato questa opportunità. Sono sicura che creerà uno spostamento all'interno del mio lavoro.
Mi sembra che non ci sia nessuna scadenza precisa, come piace a me, quindi prendiamoci i tempi giusti per costruire il lavoro bene.
Ti abbraccio,
tua Maria
(Scritto nel 2006)