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autoritratto / esplicitare e regolamentare / scritto d'artista
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# 18.07

Scritto d'artista


Gli elementi che costituiscono la solita attività di scrittura di un’artista vengono qui assunti come parte integrante del sistema-processo-opera fino a decidere di essere archiviati all’interno dell’archivio non solo come documenti ma anche in quanto opere.
 
Testi scritti perché invitati da altri artisti a farlo, testi che accompagnano progetti, testi letti durante conferenze, testi pubblicati e testi inediti. Si tratta di testi che non assumono quasi mai la struttura assertiva-dichiarativa, ma si esplicano piuttosto sotto forma di testo-epistolare, testo-confessionale, testo-esplicativo di un sentimento, testo-empatico, testo-dedica, testo-descrizione, testo-diaristico, testo-interrogazione, ecc.
 
Nel loro insieme è come se costituissero un unico intero e il mezzo per far percepire questo mondo attraverso le parole.
 
Dagli inziali goffi ed inesperti scritti dei primi anni 80, quando nel cercare di capire cosa stessi facendo provavo a spiegarmi con i primi interlocutori (i miei insegnanti, i miei compagni di scuola, mio padre, mia madre, artisti giovani e gli artisti vecchi con i quali cominciavo ad interagire) fino ad arrivare a quelli composti nel momento in cui, consapevole dell’unitarietà del progetto scrittura, ho iniziato a delineare un percorso attraverso il quale, spero, emerga oggi il senso di quello che faccio.
 
Del primo periodo ho deciso di inglobare anche la tesi sull'insegnamento della pittura per l’Accademia perché il tema scelto sottolinea l’importanza che ho sempre dato al rapporto tra un artista più vecchio e uno più giovane e “Pittura come esilio”, il testo che avevo scritto per parlare per la prima volta in pubblico del mio lavoro, all’interno di una conferenza nel dipartimento di filologia dell’Università di Parma.
 
All’interno della cernita che ho compiuto si nota un buco temporale tra la fine degli anni 90 e gli inizi degli anni 2000, non solo perché in quegli anni ho scritto poco, ma anche perché considero tutto quello che ho tirato fuori attraverso la scrittura in quel periodo solo un tentativo pedante, poco chiaro e per nulla significativo.
La scrittura che mi coincide è quella spontanea che si dipana da sempre nel “Rimuginare” e quella analitica, allo stesso tempo ingenua, intenta a comunicare con gli altri, che è scaturita solo successivamente nel momento in cui ho cominciato a lavorare alla costruzione dell’archivio.
 
Molti dei pensieri in erba che si ritrovano nella parte “Rimuginare” sfociano alcune volte in veri e propri testi autonomi, in altre circostanze invece, all’incontrario, cominciano sotto forma di bozze di riflessione in “Autoritratto” e si condensano in un testo assestante solo successivamente.
 
La coscienza dell’importanza della scrittura degli artisti come forma di autoaffermazione e di autocomprensione sulla propria pratica è cominciata, immediatamente, nel momento in cui ho iniziato a dipingere ed è quella che mi ha spinto, da subito, a collezionare, tutta la vita, libri di scritti d’artista (tra i primi la raccolta di quelli di Matisse e il diario del Pontormo).
 
In fondo, non è stato proprio il fatto di avere voglia di sentire la voce degli artisti su ciò che fanno che mi ha dato la forza di volontà per portare avanti per dieci anni gli incontri settimanali a Venezia per artisti in cui ogni volta uno di loro parlava agli altri del proprio percorso?
 
 
 
Per consultare gli scritti si può ricercare in “Archivio opere” selezionando Tipologia “Testo” e Serie “Scritti d’artista”.
 
 
 
(Testo scritto nel 2024)
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Scatola con diari, taccuini
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Interno di uno dei taccuini del 1990
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Dettaglio di una pagina di un taccuini del 1990