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# 18.13

Scheda opera


Ho deciso di inserire la struttura della scheda in quanto opera all’interno dell’archivio perché penso sia un elemento del mio microcosmo che riesca a far capire, in sintesi, l’atteggiamento che ho nei confronti del mio operare e del mio sentirmi nel mondo.
 
Per costruirla sono partita da me, dalle mie dimensioni, dalla mia postura, nel tentativo di arrivare ad una definizione di me stessa, tenendo le cose sempre aperte, interconnesse, senza definizioni chiuse e univoche, lasciando la possibilità di trasformarsi, sempre.
 
Ho cominciato a sviluppare la scheda, da sola nel 2010. Negli anni ha subito varie modifiche e un sostanziale cambiamento nel 2024 con l’aiuto di Barbara Garatti, la mia archivista, che attraverso l’ascolto, lo studio approfondito e la sensibilità mi ha aiutato a mettere a fuoco ulteriori questioni.
 
Nel 2023, insieme a Barbara, si è cominciato a cercare di confrontare il lavoro fatto fino a quel momento, nato in maniera empirica, in un sistema dettato da esigenze interne, con il sistema codificato esterno, confrontandosi con la scheda ministeriale. Si è voluto definire un sistema, non conformandosi o omologandosi, ma semmai cercando di trovare alcuni punti di contatto con la volontà di definire qualcosa che partisse sì da logiche interne, ma che trovasse anche il modo di dialogare con il mondo esterno condiviso.
 
Oltre a contenere i soliti campi che appartengono a quasi tutti gli archivi di artisti, si è voluto aggiungerne altri per
sottolineare alcuni concetti che definiscono la mia poetica. Tralascio, qui, di descrivere i punti consolidati dal sistema archivistico, per concentrarmi nell’approfondimento dei temi più significativi.

TITOLO
Per anni le mie opere sono state tutte “Senza titolo”. Ho cominciato a nominarle tutte quando più o meno quando ho iniziato a lavorare all’archivio nel 2010. Da allora i titoli vengono attribuiti prima che un’opera venga catalogata all’interno dell’archivio.
Spesso sono dei termini che definiscono in maniera oggettiva quello che un’opera è, altre volte sono determinati dal nome della serie con accanto un numero per tenere aperta la consequenzialità delle cose, altre volte sono titoli evocativi. Ma in alcuni casi si esce da qualsiasi visione prestabilita e si tira fuori un vocabolo, così all’improvviso…
 
NUMERO ARCHIVIO
Il numero d’archivio, definito da Anno_Tipologia_Serie_Numero di serie, è il bagaglio genetico da cui si parte, un dato di fatto, incontrovertibile, come fosse il DNA dell’opera. È la segnatura che permette di identificarla e rintracciarla all’interno dell’archivio in maniera univoca. Di ogni numero d’archivio, infatti, ce n’è esclusivamente uno. Se ne dovesse comparire un altro identico significherebbe che di una certa opera ne è stata fatta una copia, un falso.
 
ANNO REALIZZAZIONE, ANNO IDEAZIONE, ANNO PRODUZIONE
Questo è il punto in cui si affronta la questione della genesi dell’opera.
Si fa una riflessione sulla datazione delle opere pensando al momento in cui ha cominciato ad esistere, quando è stata pensata e quando definita. Ci sono cose che prima di esistere nella realtà devono passare una lunga gestazione, altre che rimangono in uno stato embrionale o addirittura di sola d’immaginazione, altre ancora che cominciano ad esistere prima ancora di essersi visto attribuire lo statuto di opera.
L’ “Anno di realizzazione” è quello che si è deciso di mantenere per il numero d’archivio ed è anche quello che definisce la didascalia dell’opera.
Realizzazione: 
Momento in cui l’opera prende una qualche forma, viene scelto il linguaggio e il medium da utilizzare 
Ideazione: 
Momento in cui l’opera nasce come idea. Può essere sia il momento in cui inizia a pensarla ma non si è ancora trovata una forma soddisfacente, oppure il momento in cui tornando indietro si riconsideri qualcosa di fatto nel passato come opera e le si attribuisca effettivamente lo statuto di opera inserendola in archivio. 
Produzione: 
Quando avviene in un momento diverso dalle due fasi precedenti, per esempio le installazioni complesse o progetti che necessitano una riattivazione, o una produzione particolare.
 
STATUS OPERA
Questo campo è stato contemplato per enfatizzare la temporalità dell’opera e dire che le cose sono in continua trasformazione.
All’interno di questo spazio si intende ragionare sul concetto, insito in ogni opera, di tempo, di fisicità, di immaginazione e sulla possibilità che ognuna ha di esistere o eventualmente anche di sparire. Qui si intende attribuire ad ogni lavoro la sua esatta condizione in un preciso momento. Questo Status è sempre potenzialmente modificabile proprio perché la natura concettuale e materiale dell’opera è sempre in perenne trasformazione.
Si vuole dare importanza a tutti quei lavori che nella realtà fisica non sono mai esistiti oppure sono esistiti una volta e adesso non ci sono più o ancora sono qui ma sono stati trasformati. Si vuole ragionare sulla possibilità che le opere possano esistere ancora e magari in altro modo, sul fatto che possano essere sempre in divenire e potenzialmente sempre rigenerate, cancellate, replicate, interrotte.
Per me ogni opera è in un certo senso sospesa, non finita, perché so che finché vivrò ogni cosa potenzialmente potrà essere sempre riconcepita, ripresa e ritoccata. Così come in perenne cambiamento e rimessa in discussione sono la documentazione e il racconto nel mio archivio. L’archivio è proprio il luogo dove registrare ogni trasformazione e dove rendere esplicito il fatto che ogni opera, anche se solo stata immaginata, sia un dato di fatto che permane al di là di tutto quello che gli possa succedere. È lo spazio in cui rendere possibile alla cosa di continuare ad esserci, anche al di là del fatto che quel qualcosa si è dissolto o non sia mai apparso, perché tutto è comunque traccia essenziale dell’attività del pensiero.
 
Glossario
Realizzata:
Le opere esistenti, realizzate.
Non realizzata:
Le opere che non sono mai state realizzate. Progetti abortiti, falliti, impossibilitati ad esistere. I motivi per cui non sono state realizzate sono i più disparati: natura economica, qualcosa si è messo storto, qualcuno o qualcosa ha impedito la riuscita, rinuncia ad andare avanti, hanno perso ragione ragion d’essere, ecc.
Da realizzare:
Le opere che sono già state pensate, concepite, ma che devono ancora essere prodotte.
Non più esistente:
Le opere che non esistono più. Opere effimere, esistite solo per una breve durata (per esempio durante una mostra), distrutte per atti volontari o involontari, cancellate o sparite.
Replicata:
Le opere esistenti, rifatte nello stesso identico modo. Le opere replicate, riproposte, riportate in vita in maniera identica.
Rigenerata:
Le opere concepite e fatte nel passato, riattivate, riprese e reinterpretate nel presente cambiando qualcosa, eseguite in due tempi, ritoccate, rielaborate. Sono cioè le opere modificate e riportate a nuova vita in maniera diversa.
In divenire:
Le opere in corso, in progress, cominciate e non ancora finite che portano al loro interno il senso della trasformazione nel tempo. Anche quando io non ci sarò più e quindi si interromperanno le lascerei comunque questa stessa definizione perché per me è importante lasciare il senso dell’apertura e non della conclusione.
Interrotta:
Le opere che per qualche motivo sono state sospese e non sono state finite.
Replicabile:
Le opere che già nel momento della loro ideazione prevedono la possibilità di essere ripetute nella loro essenza, anche eventualmente con parti differenti.
Alterata:
Le opere che sono state cambiate nella loro forma inziale senza la volontà dell’artista. Opere che sono state trasformate da agenti esterni come, per esempio, l’intervento di qualcun altro, un accidente involontario, un incidente naturale.
 
COLORE
La possibilità di attribuire alle opere pittoriche dei colori ha evidenziato alcune questioni inerenti al mio modo di percepire la pittura e alla costruzione della mia tavolozza. Lei non esclude nulla, ogni colore viene raccolto e catalogato, non c’è errore, non c’è scarto. Ogni cosa ha dignità di esistere. Sono un’artista policroma e non monocroma.
 
Glossario parziale
Grafite:
Il colore-non colore che disegna, che contiene la massa colorata.
Laguna:
Il colore dell’acqua. Il rapporto con la mia città.
Melma:
Il fondale del mio scola pennelli così come il fondale dei canali della laguna. La materia che si forma attraverso lo scarto quotidiano del gesto pittorico.
Mischiamento:
Colori che nascono dall’amalgamento di vari colori senza mai fondersi definitivamente in uno.
Multicolori:
Opere che portano in sé tanti colori.
Pelle:
Colore che parla della fisicità del corpo umano.
Primari e secondari:
Le prime pitture sono nate dalla sintesi astratta della teoria dei colori.
Rossorosso:
Il rosso è il colore con il quale mi sono identificata e ho dipinto per anni e ora porta la ciotola ad una ritualità, a una ciclicità, a ritorni continui.
Tela:
La materia intonsa, il supporto del dipingere così com’è, senza il gesto pittorico.
Terra:
Colore del suolo del mondo.
 
AUTRICE
Autrice e non autore.
Così come nel campo del certificato dove ho voluto usare l’espressione maternità dell’opera e non paternità dell’opera, qui si sottolinea il fatto che l’autrice è donna, che si parte dalla differenza di genere.
 
ALTRE ENTITÁ
Non siamo individui slegati dal contesto, non siamo individui tra noi separati. L’opera è espressione di un individuo che interagisce con gli altri, con il mondo e con la storia. L’archivio, quindi, nel suo complesso rappresenta in un certo senso una soggettività multipla, che parte dalla mera autorialità per arrivare, in alcuni casi, anche alla co-autorialità.
Ho cercato di far emergere in questo campo i nomi e i ruoli di altre persone, che hanno contribuito alle formazioni di alcune parti di questo mondo. Lasciare che altri interagiscano con la propria materia non può essere un metodo applicabile a qualsiasi circostanza, è necessario che si stabilisca una certa complicità e non una forma di imposizione o prevaricazione. Decidere di far entrare nella propria opera qualcun altro è frutto di un rapporto di fiducia e di stima.
Se come ho affermato il mio archivio è un’opera vorrei spingermi a dire, in maniera un po’ paradossale, che chiunque maneggi, interpreti, curi o possegga una mia opera, dai curatori ai teorici, dagli altri artisti ai proprietari, diventano in qualche modo dei co-autori. Chi interagisce, determina una visione, si prende cura di un’opera, ovvero di un pezzetto di questo organismo, diventa in un certo qual modo corresponsabile di un’intenzione, di un progetto, contribuendo ad una visione, a farla andare avanti, esistere e rigenerarsi. 
Tutto quello che non può essere definito all’interno del campo “Altre entità” viene comunque riconosciuto e raccontato all’interno del campo note privato.
C’è un tema che non viene definito specificatamente all’interno di ogni singola scheda, ma lo sottointendo.  Ogni persona che gestisce e si prenda cura di un’opera dell’artista è come se diventasse corresponsabile dell’archivio. Considero una forma di compartecipazione o meglio di corresponsabilità anche quella dei collezionisti che aderiranno e sosterranno il mio sistema, la mia visione.

Glossario
Coautorialità
Lavoro fatto a quattro mani. Concepito insieme con un'altra persona o un'altra artista
Collaborazione
Casi in cui persone hanno partecipato in maniera molto forte ma senza diventare dei veri e propri coautori
Partecipazione
Casi in cui l’opera è stata partecipata da altri
Compartecipazione
Membri archivio
Corresponsabilità
Chiunque partecipa alla totalità del progetto archivio.
Appropriazione
Casi in cui l’opera è stata presa in mano e rifatta da un altro
Esecuzione
Artigiani, fotografi, grafici…
Partecipazione con
Ci sono casi in cui sono io che entro con una mia opera dentro l’opera di altri artisti senza sentirmi autore
Inglobazione
Quando sono io che mi approprio dell’opera di qualcun'altro, Differenza quando l'altro autore è in vita oppure no
 
DIMENSIONI
Nella ricerca a tendina si sono volute rendere evidenti tutte le dimensioni precise delle opere, soprattutto per dare la possibilità di ricercare le “Sedimentazioni” attraverso le quattro dimensioni che le definiscono: 18 x 16 cm, 60 x 50 cm, 110 x 90 cm, 180 x 160 cm. Questi quattro formati mostrano che la misura del dipingere è determinata dalla misura del corpo: mano, ritratto, mezzobusto, corpo intero e che proiettano nello spazio una certa visione della pittura: il frammento, la pittura che si può tenere in una mano, il ritratto o autoritratto e la presenza del corpo tutto intero.
 
TIPOLOGIE E SERIE MULTIPLE
Ogni opera viene definita all’interno dell’archivio attraverso una tipologia e una serie prevalente che definisce il numero d’archivio. Alcune opere necessitano però di una identità multipla. Non si può infatti incasellare, costringere la definizione di una personalità in modo inequivocabile. Si deve lasciare alle cose di stare anche nel mezzo senza
costringere le cose in una esplicitazione rigorosa.
Si è lasciata quindi la possibilità di attribuire multiple serie e multiple tipologie alle opere.
 
CORRELAZIONI
Come è stato detto l’archivio è il luogo dove ogni cosa si ricompatta, dove ogni singolo elemento entra a far parte di un tutto interconnettendosi con ogni cosa. Detto questo, su un piano teorico, poi però si è costruito nella realtà un sistema di correlazioni tra le opere che più che complicare e confondere le cose aiutano piuttosto a descrivere una complessità.
Questi i quattro livelli di congiunzione.
Opere correlate:
Si tratta di lavori che oltre ad avere uno statuto di opera autonomo vanno insieme ad altri a formare un complesso compatto. Tutte le opere vengono riportate all’interno della scheda
Genera le seguenti opere:
L’opera in questione genera a sua volta delle altre opere che vengono quindi riportate dentro la scheda
Generata dalle seguenti opere:
L’opera in questione è stata generata da un’altra opera che viene riportata dentro la scheda.

CONNESSIONI CONCETTUALI
Questo campo, che nei primi tempi era solo privato, definisce delle parole che mi aiutano a fare delle riflessioni attorno ai lavori collegandoli l’un l’altro. Alcune volte alcune di queste definizioni spariscono perché sono andate a formare direttamente uno dei capitoli in “Autoritratto” o una nuova serie. Sono parole che scorrono parallele al lavoro. Associazioni, vicinanze con ciò che sento. Sinapsi, Collegamenti. Legami. Fili. Incroci di senso. Definizioni per costruire nuove narrazioni, per creare nuovi ragionamenti. 

(Scritto nel 2024)
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