Dal 2005 ho cominciato a dipingere I miei Diari. Tengo una traccia di tutto quello che passa nel mio studio, come se fosse un diario. Un diario di colori anzichè un diario di parole. Dopo un po' di anni che nella mia pittura ho enfatizzato l'aspetto processuale e quello diaristico, ho cominciato a riflettere sulle origini di tutto ciò... Ed ho pensato che questo sentimento venisse fuori dai diari di mio papà. Mio padre che era un giornalista, un sindacalista, uno scrittore, ha scritto durante l’arco di quasi tutta la sua vita un diario. Tutti i giorni appuntava qualche cosa sui suoi quaderni. Adesso questi quaderni sono nelle mie mani. Sono 38 quaderni, scritti tra il 12 ottobre 1963 e l' 8 marzo 1995, giorno in cui è morto. Crescere con un uomo, con un padre che tutti i giorni si apparta per un certo periodo di tempo perchè deve scrivere qualche cosa su questo misterioso quaderno, è una cosa molto forte. E' nato da tutto questo un progetto sull'idea di diario: un libro “Un diario tira l’altro”. la frase che ho scelto per dare il titolo a questo lavoro, è tratta da uno dei suoi quaderni, in data “1° marzo 1995”.
Due diari scorrono parallelamente: uno di colori e l'altro di parole.
Nel 2019 ho costruito una casa per i diari di mio padre. Ne parlo nel capitolo:
"Casa diari papà"
(Scritto nel 2019)