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autoritratto / lasciarsi re-interpretare / ritrarsi reciprocamente (stefano arienti)
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# 21.05

Ritrarsi reciprocamente (stefano arienti)

 
 
In questo capitolo affronto la questione del reciproco “Ritratto”. Il ritratto fatto da un artista ad un altro artista, ovvero il punto di vista di un artista sul lavoro di un suo collega e viceversa.
Da una parte quello delineato da Stefano Arienti su di me nel progetto contenuto all’interno di questo stesso Sito (“Visita guidata di Stefano Arienti”) sfociato poi nel libro “Contro la mediocrità” (Edizioni Pondus) e dall’altra il mio sguardo sul lavoro di Stefano Arienti nel libro “Empatia: Frammenti per Stefano” (Edizioni Pondus).
Il progetto “Visita guidata di Stefano Arienti” nasce da una discussione accesa che con Stefano abbiamo avuto qualche tempo fa a partire dal mio Sito. Come un artista può rappresentare sé stesso? Cosa un artista deve raccontare di sé stesso? Quanto deve far vedere della sua opera? Quanto deve lasciar solo immaginare? Quanto deve dire e quanto deve lasciare intuire? Che tipo di parola deve usare? Fino a che punto può lui in prima persona contribuire alla chiarificazione del suo lavoro? Quanto deve lasciare aperto all’interpretazione? 
A partire da questi interrogativi ho deciso di invitare Stefano a partecipare nel mio Sito e dandogli piena libertà gli ho chiesto di immaginare un “contro-sito”, di rivedere tutto il mio lavoro attraverso i suoi occhi mostrandone eventualmente anche un’interpretazione critica. Ho invitato all’interno del mio spazio intimo un amico artista per lasciargli esprimere una personale visione sul mio mondo. Ho lasciato che Stefano prendesse la parola per me. Sono passata dall’autoritratto al farmi ritrarre. Sono passata dalla posizione attiva di chi compone il proprio autoritratto a quella passiva di chi si lascia ritrarre. Mi sono lasciata guardare e ho lasciato maneggiare e rimontare tutto il mio lavoro per scoprire su di me uno sguardo rinnovato. 
É nato successivamente il secondo progetto, grazie a un altro amico artista, Massimo Kaufmann, che ha invitato me e Stefano a curare reciprocamente un libro l’uno sull’altro per la sua collana editoriale. 
Stefano ha immaginato una versione cartacea del capitolo per il mio sito. Io invece sono partita da una posizione di identificazione nel lavoro di Stefano e ho cercato di tirare fuori dalla enorme mole del corpo della sua opera tutti gli aspetti più pittorici. Quelle parti, quegli atteggiamenti che sentivo coincidenti con il mio modo di sentire e di vedere. 
Alla fine credo si sia formato in un certo senso oltre che un ritratto anche un autoritratto. Vorrei spingermi oltre e dire che in questo gioco di specchi, di sguardi scambievoli, di attenzioni ricambiate sono venuti fuori, in fondo, due autoritratti.
Un artista ritraendo l’altro in fondo non parla anche di sé, della concezione della propria realtà? Non proietta nella visione dell’altro tutti i punti che riconosce in sé stesso? Non cerca forse i contatti, le somiglianze anziché le differenze? Non si muove per empatia più che per contrasto?

(Scritto nel 2018)

Link al progetto "Visita guidata" di Stefano Arienti
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Maria e Stefano, Kassel 2012
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Maria fotografa Stefano mentre dipinge, Venezia 2012
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Copertine dei due libri: ritratto di Morganti fatto da Arienti e ritratto di Arienti fatto da Morganti (Pondus 100 Edizioni)
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Prima pagina del libro su Maria a cura di Stefano (Edizioni Pondus 100 Copie)
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Prima pagina del libro su Stefano a cura di Maria (Edizioni Pondus 100 Copie)
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Schermata dal progetto di Stefano Arienti "Visita guidata"
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Prima schermata del progetto "Visita guidata di Stefano Arienti"
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Schermata dell'ultima pagina schermata progetto di Stefano Arienti "Visita guidata"