# 25.04
Genesi e sviluppo del “sedimentario”
L’ultimo “Archiviatore” ad essersi formato è il “Sedimentario” ed è anche quello che ha subito meno trasformazioni, forse proprio perché gli altri due che lo hanno preceduto hanno funzionato un po’ come un campo di battaglia dove sperimentare delle idee e chiarire dei passaggi all’interno del mio lavoro. Il “Sedimentario” è nato così nel 2017 con una precisione predeterminata seguendo il naturale svolgersi delle cose.
Il legno e l’acciaio con cui è costruito questo oggetto sono gli stessi tipi di quelli della “Diarioteca” e del “Quadro infinito”, ma spessi un centimetro in più perché essendo un oggetto più grande ha bisogno di materiali più robusti.
All’inizio ho ragionato a lungo sul nome che lo avrebbe identificato. Sono passata da “Portasedimentazioni” a “Sedimentato”, da “Sedimentatore” ad “Archiviatore #3” e così via, fino a giungere al titolo attuale.
Sempre nei primi tempi ho ragionato per un anno intero prima di decidere quale posizione le “Sedimentazioni” avrebbero dovuto prendere al loro interno, se sarebbero dovute stare tutte rivolte verso l’esterno o tutte verso l’interno. La decisione finale ha portato una parte di quadri a rimanere girati un po’ in un modo e un’altra parte nell’altro, da poter percepire il recto e il verso della pittura, ovvero l’idea del quadro da un lato come oggetto e dall’altro come spazio che spalanca all’immaginazione.
Il “Sedimentario” che è una specie di magazzino per le “Sedimentazioni”, cambia sempre di colore, non perché si altera la colorazione dello scheletro, ma perché cambia sempre la posizione delle tele che entrano, escono, rientrano o non rientrano più, o per il fatto che se ne aggiungono sempre gradualmente di nuove.
L’altro punto che ha una continua mutazione di colore è la parte frontale, quella in cui appendo le mie tele per dipingerle. Lì l’impronta si forma registrando i passaggi attraverso gli schizzi di pittura.
Ad oggi 31 marzo 2021, l’unico cambiamento strutturale che questo impianto ha avuto è lo stesso che hanno subito tutti gli elementi del “Luogogesto”, cioè quello dovuto alla conseguenza legata all’acqua alta del 12 novembre 2019.
L’innalzamento di 40 cm e l’aggiunta delle nuove ruote più robuste hanno permesso a questo elemento come agli altri “Archiviatori” di diventare da un lato più solido e più facile alla mobilità e allo stesso tempo di rappresentare in maniera più evidente un oggetto simbolico, quasi metafisico.
(Scritto nel 2021)