“Un colore al giorno”.
Studio di Maria Morganti, Venezia. Lo spazio è bellissimo, si sentono le voci e i rumori delle calli, appena fuori c’è un canale, oggetto di interesse per Maria che ogni giorno lo fotografa e sul quale ha realizzato un lavoro.
“Il colore è materia fisica che si forma nel tempo, ma tutto parte dalla tazza che lo contiene” – spiega nell’intervista – tazza che è il punto di inizio anche della sua riflessione sull’utilizzo del colore e, per estensione, sul tempo delle giornate, della vita, mentre realizza i Diari cromatici, le Sedimentazioni e il Quadro infinito, opera iniziata nel 2006.
Specifica che non si tratta di tecnica ma è il colore che, mischiandosi con il residuo rimasto nella tazza, evolve assecondando suoi criteri, e quindi una matericità, una fluidità o una trasparenza che è caratteristica dei diversi elementi cromatici che utilizza. Maria sente che non lo può dirigere concettualmente o tecnicamente, “avviene”.
Una riflessione concettuale sul colore e sui tempi della pittura, perchè fin dai suoi inizi ha avuto la consapevolezza che “la pittura è una cosa che si tocca e che si spalma, ed è come la vita stessa”.