Installazione Carte-Diario e Vetro (Castelvecchio)

Carte dipinte e piastre musive appoggiate su una base dipinta di rosa. Quest'opera è stata concepita per la mostra "L'Unità di misura è il colore" al Museo di Castelvecchio. La mia idea è stata quella di rispettare un' intuizione di Carlo Scarpa che ci mostra spesso il retro come fosse il davanti. Ci fa vedere quello che di solito non vediamo. A piano terra, all'entrata del museo nella galleria delle sculture ci troviamo alle spalle della “Santa Cecilia”. Il suo sguardo visto da dietro sembra rivolto verso il basso di fronte a sè. Ho immaginato di riempire lo spazio che lei sembra indicarci con un mio lavoro. La base di Scarpa si raddoppia. Una parete rovesciata, rosa, dipinta dentro alla stanza assorbendo i colori lì attorno sulla quale si compone un mosaico di Carte-Diario e Carte-Vetri. L’ idea della variazione, della ripetizione mai identica a sè stessa, del singolo che è un pezzo unico, che è già “un tutto” e che produce un altro senso ogni volta che si mette in relazione ad un altro insieme, si avvicina al tema del modulo in Carlo Scarpa. Il modulo del quadrato usato da Scarpa nel “Sacello” proprio lì fuori, accanto alla stanza della “Santa Cecilia”. e allo stesso tempo il quadrato degli stessi mosaici oro che ho utilizzato nel mio lavoro è quello che Scarpa ha usato per esempio negli inserimenti nel cemento dei muri nel giardino alla Fondazione Querini di Venezia. Anche se il mio è un quadrato spezzato dal mio gesto e mai uguale.

“Parete rovesciata, che mette in relazione due punti topici del museo di Carlo Scarpa: il sacello e la scultura di Santa Cecilia.
Parete rovesciata è una piastra colorata, delle stesse dimensioni del supporto per la scultura di Santa Cecilia, la cui collocazione è stata a lungo studiata dall’architetto per quanto riguarda sia la posizione dell’opera che il supporto. È il raddoppio colorato della base scarpiana galleggiante sul pavimento di cemento; sulla superficie, sono appoggiati dei delicati foglietti di carte cromatiche che l’artista dipinge con pastelli a olio e accuratamente archivia da undici anni, accostati alle “carte” di vetro, tessere di mosaico colorato, che si sono aggiunte nel lavoro dell’artista, per la prima volta, nella mostra del 2009 presso la Galleria Tognon di Venezia. Anche qui possiamo trovare degli elementi comuni che, ancora una volta, riconnettono questo intervento all’opera dell’architetto: il rapporto interno-esterno e il modulo. L’utilizzo di moduli e di una composizione a mosaico ci rimanda all’esterno del museo: al sacello, l’unica parte dalla facciata progettata ex novo; un cubo, pensato per ospitare una stanza del tesoro, rivestito da un prezioso mosaico composto da tessere di pietra di Prun.”
Alba Di Lieto, in «L’unità di misura è il colore» (Silvana Editoriale, 2010)

Progetti specifici Carte
La sequenza delle Carte prende di volta in volta una sistemazione diversa, come a dire che l'ordinamento delle cose è arbitrario e può essere riorganizzato ogni volta in maniera differente. Questi lavori vengono utilizzati come frammenti, tessere di mosaico per rapportarsi con spazi diversi.
Una materia pittorica prodotta all'interno del mio studio che si mette in relazione con spazi esterni che diventa un gesto pittorico nell'architettura.  Il numero, la tipologia e il colore delle carte utilizzate sono determinati di volta in volta dalla situazione che le accoglie.

Vetro
Opere realizzate in vetro