Il lavoro è un progetto in collaborazione con l’architetto Giorgio Pettenò.
Qui il progetto descritto nel suo sito:
https://www.giorgiopetteno.com/projects/parish-complex-of-the-madonna-del-carmine-santa-maria-la-carita/PROGETTO DI MARIA MORGANTI PER "SANTA MARIA DEL CARMINE"
Comune: Santa Maria la Carità (NA)
Venezia, novembre 2013
CONCETTO
Cinque elementi: Altare, Ambone, Sede del Presidente, Fonte Battesimale, Custodia Eucaristica sono concepiti a simulare cinque miniature di architetture. Come se l'interno della chiesa diventasse una piccola città, un piccolo mondo, una situazione interna di comunità.
Ognuno di questi cinque elementi porta dentro di sè incastonato un dittico di pittura.
Il dittico è composto da un'icona religiosa (un quadro antico) e da una Sedimentazione (una pittura quasi monocroma).
Opere d'arte, pitture, possedute da un Ente Ecclesiastico, un Museo della Chiesa Cattolica, vengono donate alla Chiesa Santa Maria del Carmine.
Io aiuto nella selezione delle cinque opere e ne dipingo altrettante confrontandomi con quelle antiche.
Nella selezione delle opere verranno coinvolti i fedeli, le persone che vivono in quella zona e che abiteranno quella chiesa. Questo potrebbe avvenire attraverso una forma di workshop, laboratorio con l'artista e i bambini, gli anziani, le persone del luogo che frequenteranno questa chiesa.
METODO
Uno strato sopra l'altro. Il gesto è sempre quello: spalmare materia fluida su una superficie bidimensionale, fino a coprirla quasi del tutto, ma mai totalmente. Il processo si dichiara: in alto rimane un bordo che racconta il passaggio di tutti i colori che mi hanno portato a quest'ultimo strato.
Ogni Sedimentazione è come se fosse il frammento di un quadro che si sviluppa nel tempo e che si dipinge all'infinito.
In questo caso la mia stratificazione, la mia sedimentazione, il mio colore, il mio tempo, si mettono in relazione con le cinque opere antiche donate alla Madonna del Carmelo.
TECNICA, TEMPISTICA, DIMENSIONI
La tecnica utilizzata è pittura ad olio su tela.
Il tempo di esecuzione sarà di circa un anno.
Le dimensioni delle mie pitture saranno generate da quelle antiche. Cioè la dimensione del lavoro completo, del dittico sarà il doppio del quadro originante.
Anche le dimensioni e le proporzioni dei cinque elementi: Altare, Ambone, Sede del Presidente, Fonte Battesimale, Custodia Eucaristica, saranno quindi di conseguenza determinate dalle cinque pitture donate e scelte.
ESEMPI
Ci si può fare un'idea del processo e del tipo di realizzazione guardando:
- Il lavoro esposto permanentemente nella Sala dell'800 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia
- L'installazione con la Madonna di Andrea Da Murano alla mostra del Museo di Castelvecchio di Verona nel 2010.
SENSO
Mi piace partire da qualche cosa che riguarda la storia. La storia di tutti noi. La storia di quel luogo e la storia dell'arte che ci ha preceduto.
Non mi piace l'idea di partire dal nulla, ma pensarmi come il proseguo di qualche cosa che c'è stato prima di me e la congiunzione con ciò che sta accanto a me.
Qui di seguito un brano del testo "Soglie" di Chiara Bertola in occasione della mostra "L'unità di misura è il colore", Museo di Castelvecchio, Verona 2010
"...Morganti preferisce collocare le sue opere nel museo, là dove le si aprono delle occasioni d’incontro con la collezione: predilige i frammenti, per esempio ciò che è rimasto della tavola della “Madonna” del Maestro di Murano (1581 ca.). In questo caso l’artista ha collocato una sua piccola tela nello spazio vuoto della ricostruzione dell’intera tavola: una Madonna senza volto di cui è rimasto il frammento in cui, sul grembo materno, il bambino ignaro e gioioso gioca con due ciliegie…
Carlo Scarpa nel costruire la cornice per quel frammento ha lasciato uno spazio bianco che permette d’immaginare l’intero formato di quella tavola. Maria s’inserisce in questo vuoto e lo completa dandogli un'altra parola, ricrea una nuova possibilità e una nuova lettura per quel quadro spezzato. E non si deve intenderlo come semplice dispositivo, ma come coincidenza di due flussi d’arte che si ricongiungono su una soglia. Ecco di nuovo la soglia, quella zona di passaggio all’interno della quale avviene una momentanea sospensione che permette il passaggio da una dimensione ad un’altra. Ritroviamo qui di nuovo quell’aprirsi a ciò che di volta in volta, singolarmente, realizza un senso avvicinandosi all’altro; che esce dal suo senso incompleto per aprirsi all’incontro con il “diverso” o il “lontano”. È ciò che Nancy intende per la parola “de-costruzione” che non vuole semplicemente sostituire un processo ad un altro, ma piuttosto «è la nostra chance, la chance del pensiero, la cui possibilità consiste, prima di tutto, nel mantenersi spoglio di significati dati e di figure già tracciate».[1]
Di fatto, il suo quadro – un piccolo doppio monocromo – non fa altro che inserirsi in un flusso di corrispondenze all’interno della Storia dell’Arte; una narrazione rimasta sospesa e riattivata ogni volta che qualcuno riesce a scorgerne e a riprenderne la trama. L’artista si comporta allora da intrusa, mettendo in moto una serie di contrasti e di differenze che alla fine attivano, come degli echi fuori campo, relazioni capaci di risuonare e amplificare le voci e i colori.
Ma in fondo, non vivono questo stesso processo tutte le cose e le persone straniere? Non sono, all’inizio, sempre degli intrusi, che solo dopo aver superato diffidenza e sospetto si rivelano essere figure complementari? Nell’incontro, in qualunque incontro, si avverte la dissonanza, il peso dell’estraneità ma anche la vertigine della possibilità di un nuovo senso."