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Ostensione

Descrizione e interpretazione opera
Il progetto Ostensione* nasce dal desiderio di costruire una mostra che esponga il corpo fondamentale e fondativo della pratica pittorica di Maria Morganti.
Si propone innanzitutto di esporre il luogo in cui ogni giorno si compie e si reitera l'esperienza della pitturadell’artista. Questo spazio, il Luogogesto – “lo spazio giusto” – è la porzione dello studio in cui avviene la pittura, costruita su un andamento quotidiano rigoroso che inscrive in sé una relazione sostanziale tra il colore e la sua stesura nel tempo.
Si intende sviluppare, a partire dal Luogogesto – custode densissimo –, la pittura di circa venti anni, svelandone tutta l’estensione che è qui al contempo spaziale e temporale.
 
Il Luogogesto è lo spazio che risponde inoltre alla funzione di archivio della pittura: non solo accoglie il gesto pittorico ma ne contiene gli esiti – un’opera-archivio.
L’Ostensione è una strategia di de-locazione ed esposizione dell’archivio di Morganti. Trasportare lo spazio privato dello studio deputato alla pittura in uno spazio espositivo, dunque pubblico, significa disporlo a misurarsi con altri volumi, pavimenti, luci; ad aprirsi ad altri attraversamenti, intercettare altri corpi e gesti non più pittorici.
Il progetto prevede quindi l’allestimento del Luogogesto, una prima azione installativa che diventa presupposto per l’evento performativo, attivatore concreto dell’Ostensione. La performance apre così una riflessione sull'idea del mostrare, sulla possibilità dell'esposizione di essere il campo dell'espansione, della manifestazione e dello svolgimento nello spazio di tutto il tempo di cui è fatta la pittura dell’artista. L’Ostensione – che è allora sinonimo di messa in scena –mostra l’atto stesso di mostrare o, detto in altro modo, l’atto di costruire fattualmente una mostra. È la performance ad attivare l’Archivio del Tempo e sceglie di farlo esattamente di fronte al corpo spettatoriale.
I performers operano infatti una seconda strategia di de-locazione (trasporto), laddove si fanno corpi allestitori: tramititra la pittura archiviata e la sua esposizione. Le pitture di Morganti, fin qui rimaste chiuse nel Luogogesto, lasciano i volumi compressi e densi degli archiviatori per migrare verso le superfici aperte e vuote delle pareti museali, riversando su di esse tutto il tempo di cui sono testimoni. È un gesto di svuotamento (degli archiviatori) a cui corrisponde un secondo gesto – opposto ma complementare – di riempimento (delle pareti).
Un progetto di mostra che si prende carico del tempo ripetitivo, ossessivo, cadenzato di cui la pittura di Morganti è densa e gli permette di occupare (e occuparsi) dello spazio. Aprire, svolgere, estendere tutta la traccia esistenziale generata attraverso la pratica quotidiana della pittura.
Descrizione e interpretazione serie
Ostensioni
Opere composte da una parte espositiva e in alcuni casi anche una performativa, attraverso le quali si porta davanti agli occhi dello spettatore il Luogogesto con tutta la materia pittorica contenuta al suo interno.
Un sistema per de-locare ed esporre lo spazio privato dello studio e dell’archivio in altro luogo. La messa in scena cambia a seconda dei luoghi, delle persone e dei contesti. Le variazioni sono infinite ed ognuna è intitolata con un numero progressivo.

Descrizione e interpretazione tipologia
Esposizione
Esposizioni che assumono lo statuto di opera

Performance
Opere derivate dal movimento o dall’azione di corpi nello spazio e nel tempo

Connessioni Concettuali
Dati
Autrice
Morganti, Maria
Anno di realizzazione
2022
Anno di ideazione
2021
Tipologia
Esposizione
Performance
Serie
Ostensioni
Numero Archivio
2022_Esposizione_Ostensioni_001
Status Opera
Realizzata
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