Struttura di metallo costituito da 17 ripiani a vista. Su ognuno sono riposte 10 stecche di legno dipinte. Dal 2012 tutti i "Diari" che ho dipinto vengono riposti dentro ad una struttura di metallo che chiamo "Diarioteca". Questo oggetto diventa come una specie di raccoglitore, archiviatore del mio tempo che contiene i "Diari" dipinti fino ad oggi e quelli che mi rimangono da dipingere. Ho immaginato tutto il tempo che mi resta da vivere e ho accumulato una quantità di legno che corrisponde a quel tempo. All'inizio la parte dipinta è piccola e quella intonsa è grande. Negli anni gradualmente questo oggetto si riempirà di colore. E' come se avessi costruito uno spazio che andrò a riempire con la mia vita. Il senso non è quello della morte, della fine, della chiusura, ma quello di uno spazio fisico e temporale dove lasciare andare il normale flusso delle cose. Nell’ottobre del 2020 ho accorciato la “Diarioteca” di tre scaffali. Due i motivi che mi hanno spinta a compiere questo taglio all’oggetto: creare un’altezza che mi permettesse di appoggiarlo nello studio su una pedana rialzata così come tutti gli altri archiviatori e assecondare il ritmo della formazione del colore che gradualmente nel tempo sembra essersi assestata ad una scansione di circa 3-4 tavole all’anno. Mi ero resa conto che le stecche rimaste da riempire erano troppe, volevo rimanere nel calcolo di una vita media e non di una che supera i 100 anni.
Per ulteriori informazioni: G
enesi e sviluppo della diarioteca